Il Lago degli Idoli, con gli Etruschi in Falterona

Il Lago degli Idoli, con gli Etruschi in Falterona

È una calda estate quella del 1838, anche quassù in cima al Falterona. Una pastorella sta cercando refrigerio nelle acque del Laghetto della Ciliegeta quando gli pare di toccare con il piede un oggetto spigoloso posato sul fondo: si china nell’acqua limacciosa ed estrae una meravigliosa statuetta in bronzo. Convinta di avere rinvenuto una statua della Madonna, persa forse da qualche pio viaggiatore, la pastorella decide di mostrare l’oggetto al prete della chiesa di Montalto, sopra Stia.
Il pievano guarda la statuetta e capisce subito di avere per le mani una statuetta etrusca raffigurante Eracle (oggi purtroppo in esilio al British Museum di Londra). Da quel giorno il lago, rinominato in Lago degli Idoli, ha restituito centinaia di bronzetti, migliaia di monete etrusche, punte di freccia, pugnali, lance e pezzi di ceramica.
Ci sono statuette che rappresentano divinità femminili e maschili, e poi braccia, gambe, mani e testine di bronzo: il Lago degli Idoli si rivelò uno dei più importanti santuari di tutto l’antico mondo etrusco.
Oggi siamo con un gruppo di guide locali, organizzate nel progetto AlterTrek: aprono la sbarra alla chiesetta della Madonna di Montalto, un bellissimo posto da picnic dove normalmente si lascia l’auto, consentendoci di proseguire fino al capanno di Vitareta, dopo alcuni chilometri di strada sterrata ma ben percorribile; e da qui la camminata è molto più abbordabile per i bambini.

Il sentiero
Le guide di AlterTrek ci permettono di salire a Vitareta. Da qui si prosegue su un comodo sentiero (segnavia 2) che attraversando boschi di profumate douglasie e faggi arriva a Capo d’Arno, le sorgenti del fiume Arno appunto, in circa un’ora a velocità bambino.
Qui, da un buco nella roccia, sgorga un modesto ruscelletto: sono i primi passi del grande fiume della Toscana che dopo aver viaggiato per 240 chilometri e aver attraversato città importanti come Firenze e Pisa finirà la sua corsa nel mar Tirreno, ben lontano da qui.
Seguendo i cartelli si lasciano le sorgenti e si cammina praticamente in piano, su largo e comodissimo sentiero, per raggiungere in pochi minuti il Lago degli Idoli, un posto carico di suggestione ma anche molto accogliente per oziare e fare un picnic, circondato come è da un prato e quindi da una corona di faggete.
Da qui volendo si prosegue lungo il sentiero numero 3 e, al primo incrocio, si scende dal sentiero numero 4, che è un percorso rapido ma un po’ scomodo per tornare a Vitareta, altrimenti si può tornare sui propri passi per il sentiero della salita, un po’ più lungo ma tutto in discesa comoda e mai ripida.

Il lago e le sorgenti da Castagno d’Andrea
Il percorso più comune e frequentato per raggiungere il Lago degli Idoli e Capo d’Arno è da Castagno d’Andrea (indicazioni da San Godenzo), in pratica dal versante opposto del Falterona.
Dalla Fonte del Borbotto (in cima alla strada forestale che inizia a Castagno d’Andrea, l’auto si lascia poco prima) si prosegue imboccando a destra il sentiero 17 fino al passo delle Crocicchie (un’ora e mezza velocità bambino), e giù ancora con il sentiero 17 fino alle sorgenti (circa due ore dal Borbotto): anche questo percorso è ben segnato e di poco dislivello (circa 250 metri in salita per l’andata, poche decine di metri di salita al ritorno).

Una giornata da Etruschi
Siamo Etruschi. Siamo partiti prima dell’alba dall’ultimo villaggio e stiamo attraversando questa montagna selvaggia e boscosa. Questa foresta affascina e mette i brividi, sappiamo che orsi e lupi sono ovunque e che, qualunque cosa accadesse nessuno verrebbe a salvarci. Alcuni raccontano di essere stati assaliti dai predoni, popoli montanari che vivono quassù dalla notte dei tempi. Questa mattina abbiamo incontrato dei pastori con le loro capre al pascolo, ci hanno dato un po’ di latte e formaggio. Fu proprio un pastore a raccontarci del lago sacro nascosto quassù tra le foreste: molti arrivano fin qua a chiedere un favore agli Dèi o a ringraziarli per un dono ricevuto, un buon raccolto o la nascita di un bambino sano. Ogni anno qui si compivano riti gettando una statua di Heracle, il protettore dei pastori. E anche noi siamo giunti fin qui per un ringraziamento. Siamo guariti da quella brutta ferita al piede che non ci faceva camminare e oggi noi per ringraziamento getteremo nel lago un piccolo piede in bronzo, dono per gli Dèi che ci hanno salvato.
Arrivare al lago è sempre emozionante: è come un tempio le cui colonne sono alberi. Anche stasera qualcuno sosta sulle sue sponde bruciando resine profumate e invocando le divinità delle acque e della foresta.
Questa notte dormiremo qui con gli altri pastori, in attesa dell’alba per tornare a casa.

Dante in Falterona
Oltre a varie attività in Casentino con e senza l’accompagnamento di asini, AlterTrek organizza su questo percorso gite alle sorgenti dell’Arno, a volte accompagnato da un vero Dante Alighieri: un lettore, vestito come il Sommo Poeta, declama alle sorgenti del fiume i famosi versi del Canto XIV dell’Inferno:
Per mezza Toscana si spazia
un fiumicel che nasce in Falterona,
e cento miglia di corso nol sazia….

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