Gli Stretti di Giaredo con i bambini

Gli Stretti di Giaredo con i bambini

Il torrente Gordano scende ripido dal paese di Noce di Zeri per andare a gettarsi nel fiume Magra, scavando una valle profonda e verdissima, raramente punteggiata da un gruppo di case o da qualche campanile in lontananza.

Lunghezza Lunghezza: 2 Km A/R 
Dislivello Dislivelllo: 50 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 3 ore A/R
Difficoltà Difficoltà: difficile (da 9 anni)
PosizionePosizione: Appennino Lunigiana

Nel suo tratto intermedio il torrente si scava una profonda forra tra calcari e diaspri, rocce grigie e rosse: sono gli Stretti di Giaredo, una valle che si chiude in pochi metri di larghezza e che incide la montagna con pareti verticali e profonde decine di metri. Al suo interno c’è il mondo delle forre: poca e rara luce solare, rocce nude interrotte da colate di vegetazione rigogliosa, cascate, stillicidi, e naturalmente l’attore principale, il torrente, che scorre con il passo placido della sua portata estiva ma che mostra ovunque i segni della forza distruttrice delle sue piene, sia pure mitigate dalla diga più a monte.

Siamo in Lunigiana, una terra antica e selvatica, colma di meraviglie poco conosciute in Italia (ma ben note altrove).

Come arrivare (e avvertenze per il parcheggio)
Si parte da Pontremoli, i cui abitanti si diceva un tempo che conoscessero bene le acque, vivendo a cavallo di due fiumi e tanti altri torrenti, e per questo erano noti come rabdomanti. Seguendo la strada verso Zeri e gli impianti sciistici di Zum Zeri, dopo un paio di chilometri si incontra una strada sulla sinistra, dove gli Stretti sono segnalati. Questa è l’ultima segnalazione, da qui si svolta a destra al primo incrocio (scendendo verso il torrente) e poi a ogni successivo incrocio si terrà sempre la sinistra, finché la strada, sempre scendendo, non diventerà sterrata. Si prosegue per la strada sterrata e si parcheggia in uno degli spazi a lato. Attenzione a non parcheggiare nell’ultimo tratto di strada quando questa esce dal bosco in prossimità del torrente: ci sono delle proprietà private e i loro proprietari hanno modi poco ortodossi per ricordarvelo: meglio fare qualche passo in più.
Sempre facendo attenzione a non attraversare la proprietà privata, dalla fine della strada si scende verso il sentiero e si risale per circa 600 metri, scegliendo il percorso migliore (di solito sul lato destro). L’ambiente che ho trovato (2021) non è particolarmente accogliente, fa parte di quell’aspetto selvatico e maestoso della Lunigiana, dove il bello deve essere cercato ma poi sa ripagare la ricerca.

La forra
Dove inizia la forra non c’è bisogno di dirlo: il torrente camminabile si interrompe a un arco di roccia che come colonne d’Ercole ne segnano l’ingresso. Non c’è più modo di camminare all’asciutto e già in questa prima gola è necessario nuotare. Vedere più sotto Come si cammina negli Stretti di Girando.
Si entra in acqua ed è fredda, anzi gelida, 10-12°C, ma la distanza a nuoto è di appena una decina di metri e già si cammina nuovamente, senonché poco dopo ci si immerge ancora, di nuovo nuotando per pochi metri.
Si prosegue camminando tra i grandi massi portati dalla corrente, le piccole rane italiche saltellano intorno ai nostri piedi e i pesci nuotano controcorrente, in certi tratti si cammina con l’acqua alla pancia di un adulto.
La forra a volte si apre su spiagge sassose dove il sole riesce a penetrare e a riscaldarci.
Percorriamo un tratto di pareti rigogliosamente verdi, alimentate da altissime cascatelle, e giungiamo al tratto più spettacolare: la roccia si chiude e i torrente resta intrappolato sul fondo della forra. Si entra in acqua e si percorre lo stretto canale a nuoto, con un leggero sforzo per la corrente contraria, sovrastati da rocce bianche e rosse stratificate e lisce come se fossero state molate da un artigiano.
Si giunge a una cascatella alta circa 3 metri che alcune relazioni suggeriscono di superarla sulla sinistra, per raggiungere la parte finale un po’ meno interessante, dove la valle si apre fino ad arrivare alla diga. Noi non siamo riusciti comunque a procedere, abbiamo trovato il salto difficile da risalire e pericoloso da ridiscendere, e dunque siamo tornati indietro, stavolta ben favoriti dalla corrente nei tratti a nuoto.
In tutto il percorso è lungo circa 1 chilometro per la sola parte di forra, da percorrere poi anche al ritorno.

Come si cammina negli Stretti di Girando.
Prima questione, il freddo: non solo quello dell’acqua, che non supera certamente i 12°C, ma anche quello dell’aria, raffreddata dall’acqua stessa e mai raggiunta dal sole. Ci si raffredda in acqua e non si recupera mai calore: per questo una muta, anche una mutina a mezze maniche, meglio se da 3mm di spessore, è decisamente consigliata. Pochi si avventurano con semplici maglie termiche e quasi nessuno arriva fino in fondo con il solo costume.
Seconda questione, camminare: i sassi sommersi sono estremamente scivolosi e quando possibile meglio privilegiare i blocchi di arenaria emersi. In ogni caso è necessario camminare con passo stabile e sicuro, per questo le scarpette da scoglio (e meno che meno gli infradito) sono sconsigliati: dunque, calzini da trekking e scarponi e giù nell’acqua.
Il casco non è obbligatorio e noi un pò imprudentemente non l’avevamo, ma un sasso che caschi dalle pareti può far male; quindi, casco necessario.
Se non avete qualcuno a cui lasciare le vostre chiavi, meglio dotarsi di un sacchetto stagno.
Qualcuno entra anche con il giubbotto galleggiante ma non lo ritengo necessario visto che la muta ha già un suo galleggiamento e i tratti da fare a nuoto sono brevissimi.

Quindi riassumendo:
– scarponi o almeno scarpe da ginnastica (ma meglio gli scarponi)
– una muta (da 3mm in su)
– un casco
– eventualmente una borsa stagna (che sia davvero stagna se pensate di portare il cellulare)
– eventualmente un giubbotto di galleggiamento se non si possiede una buona acquaticità
– se avete una borsa, potete metterci un termos di the caldo, molto piacevole anche in piena estate)
– saper nuotare un minimo

Non vi sentite sicuri o non avete attrezzature?
Nessun problema. Tutti i giorni in estate le guide di Sigeric e Stretti di Giaredo Adventur organizzano la risalita del torrente, fornendo anche tutto il materiale necessario.

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