Il rifugio Asqua e l’anello della Linea Gotica vicino Camaldoli

Il rifugio Asqua e l’anello della Linea Gotica vicino Camaldoli

Quando il colore autunnale dei boschi, noto come foliage, raggiunge il massimo del suo splendore, la ricerca di un po’ di tranquillità anche nelle Foreste casentinesi può richiedere di scovare percorsi secondari e meno blasonati. Siamo andati nelle foreste intorno Camaldoli per ammirare lo spettacolo dell’Autunno ma le file di auto ci hanno suggerito di cambiare percorso.

Lunghezza Lunghezza: 5 Km
Dislivello Dislivelllo: 160 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà Difficoltà: facile (da 5 anni)
PosizionePosizione: Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Eccoci dunque arrivati al rifugio Asqua, una bella colonica ristrutturata e ben nota come posto tappa lungo il Cammino di Francesco. Il rifugio si raggiunge guidando pochi minuti lungo una strada sterrata che, ben segnalata, si stacca dalla strada che da Moggiona sale verso l’Eremo.
Qui intorno ci sono cinghiali, caprioli e cervi in tale quantità che è quasi impossibile non incontrarli. E dove ci sono le prede ci sono i predatori per eccellenza, i lupi, così di casa da aver reso noto il rifugio Asqua come base per i censimenti tramite wolf howling.
Abbiamo scelto un percorso storico, l’Anello della Linea Gotica, un sentiero circolare creato dai tedeschi nel 1943 per consentire l’approvvigionamento di armi e munizioni ad una serie di postazioni di mitragliatrice collocate su questo crinale. Il percorso è semplice, ben tracciato e con dislivelli minimi: una breve salita all’inizio, una breve discesa a metà, e per il resto un sentiero ben battuto e praticamente pianeggiante che corre parallelo al crinale, prima in prossimità di questo e poi a mezza costa.

Il sentiero
Il rifugio Asqua, più che un rude rifugio, è un rustico ma confortevole alberghetto di montagna, raggiungibile anche in auto con una strada sterrata che vede sicuramente più pedoni e ciclisti che automobili. Ci sono camere piccole e grandi e la cucina è attenta alle esigenze alimentari degli ospiti, sia bio che senza glutine.
Per i solitari il rifugio possiede anche un bivacco poco lontano, sperduto nella foresta completo di camino e persino di lavabo con l’acqua all’interno.
Come sempre io promuovo il supporto alle attività locali, che sono l’anima del Parco: dunque fermatevi al rifugio per un pranzo o magari per la notte, e tendete l’orecchio nel silenzio perché potreste udire lontani ululati.

Il rifugio è ben segnalato a partire dal paese di Moggiona, salendo verso l’Eremo di Camaldoli e, svoltando a sinistra pochi chilometri prima dell’Eremo, percorrendo una sterrata ben mantenuta.
Poco dopo l’inizio della sterrata si nota il primo cartello dell’Anello della Linea Gotica: pochi metri più avanti vediamo un sentiero chiuso da una sbarra, che sarà il nostro ritorno, ma noi seguiamo a destra e iniziamo a salire.
Impossibile perdere il sentiero, sempre ben segnalato da segni CAI e da cartelli, soprattutto agli incroci con altri sentieri. Si sale tra aceri e querce, poi lungo la faggeta di crinale, che sul versante Nord in questa stagione inizia già ad assumere un aspetto quasi invernale. Il sentiero inizia poi a scendere breve ma ripido, per poi svoltare a sinistra e infine con un lungo, bellissimo tratto completamente in piano, tornare al punto di partenza.
L’anello può essere completato con bambini in un’ora e mezza, ma in questa stagione lo zigzagare alla ricerca dei funghi ci ha richiesto assai più tempo
Lungo il sentiero si notano, ben segnalate da cartelli, le postazioni delle mitragliatrici tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, a volte semplici spianate, altre volte grandi buche protette da terrapieni.
Nelle fasi finali e più dolorose della guerra, mentre gli eserciti Angloamericani risalivano la penisola liberando una città dopo l’altra, le truppe del Reich si erano attestate su una linea difensiva montana nota col nome di Linea Gotica, incontrata infinite volte nelle nostre escursioni appenniniche.
Questo settore era meno strategico di altri e non vi troviamo le strutture in muratura che si rinvengono in altri crinali appenninici, ma vi erano comunque state fissate alcune postazioni a protezione della strada che da Poppi saliva verso il crinale. Dobbiamo immaginarci una montagna completamente diversa, senza alberi, con una vista aperta fino al fondovalle, e tante famiglie di contadini e coloni ostaggio di questa guerra di posizione, a volte impiegati forzatamente nell’impresa di costruzioni Todt, e infine vittime delle cieche rappresaglie contro i partigiani.
Tornando verso Poppi si passa dal paese di Moggiona, un bel villaggio che si è vocato alla conoscenza del lupo: ne abbiamo parlato in una gita anni fa.

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