Poppi e la ciclabile del Casentino

Poppi e la ciclabile del Casentino

Dopo tanto girovagare lungo i crinali casentinesi, per una volta siamo scesi in fondovalle per una giornata di inizio primavera.

Lunghezza Lunghezza: 16 Km A/R
Dislivello Dislivelllo: 40 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 2 ore in bici
Difficoltà Difficoltà: accessibile (da 0 anni)
PosizionePosizione: Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Già scendendo dalla Consuma, l’Alto Casentino ci ha salutati con la maestosa torre del castello di Poppi che si osserva da tutta la valle, e dalla cima della quale tutta la valle si distende sotto di noi. Abbiamo proseguito fino a Bibbiena per smontare le bici e percorrere la ciclabile che costeggia un fiume Arno ancora giovane; percorrendola tutta si arriva fino a Rassina, che porta il nome con cui gli Etruschi indicavano loro stessi, e dunque non è un caso se lì vicino, a Pieve a Socana, è emersa dal terreno un’ara sacrificale di questo misterioso popolo.
Infine siamo tornati a Poppi per visitare il parco zoo della fauna europea e, pur non amando molto questo genere di luoghi, abbiamo dovuto ammettere di aver trovato un luogo diverso da ciò che temevamo.

La ciclabile casentinese
Si parte da Case Macee, che si raggiunge da Bibbiena svoltando per Raggiolo e seguendo le indicazioni della pista ciclabile. I primi tre chilometri e mezzo sono immersi in un paesaggio stupendo, tra campi di grano e colline verdi, con l’Arno ancora giovane che ci scorre costante sulla sinistra.
Alla foce del torrente Archiano un cartello ci ricorda che Dante Alighieri citò questo luogo nella Divina Commedia, ricordando la morte di Buonconte da Montefeltro che fuggiva dalla perduta battaglia di Campaldino.
All’incirca in località Corsalone la ciclabile attraversa l’Arno e da qui il paesaggio si fa bruttino, e potrebbe essere un’opzione tornare indietro e godersi di nuovo la prima parte.
Ciò detto, è comunque possibile proseguire la ciclabile per altri cinque chilometri, anche perché così si raggiunge la stazione di Rassina, collegata dalle Ferrovie Casentinesi alla stazione di Bibbiena, con la possibilità quindi di tornare in treno (vedere gli orari, circa un treno ogni due ore).
Rassina ha nel nome il termine Rasna, appellativo che gli Etruschi davano al proprio popolo: questa era terra di confine e la loro antica presenza emerge ovunque (si pensi al Lago degli Idoli).
Da Rassina si può attraversare la provinciale e raggiungere la Pieve di Socana: all’esterno dell’abside è stata rinvenuta un’ara votiva etrusca, un luogo sacro dove i sacerdoti etruschi, detti aruspici, eseguivano i sacrifici di animali e, attraverso i doni agli dei, cercavano risposte ai grandi dubbi degli uomini di quel tempo.

Il Castello di Poppi
L’alta e bellissima torre domina da più di mille anni tutto il Casentino fino ai suoi altissimi selvaggi crinali, ma probabilmente già esisteva un castello qui sin dai secoli più cupi delle invasioni dei barbari Longobardi. Fu voluto dai Conti Guidi, la grande dinastia che dominò questa parte della Toscana con tale e tanta potenza da resistere agli appetiti delle potenze vicine, prima fra tutte Firenze.
Le sue pietre assistettero alla terribile battaglia tra i Guelfi di Firenze e i Ghibellini di Arezzo, nella quale perirono duemila tra i migliori giovani delle due città e alla quale presero parte, ciascuno per la sua città, Dante Alighieri fiorentino e Cecco Angiolieri aretino; una sala del castello è dedicata a questa storica battaglia e un bel diorama rappresenta i due schieramenti pronti alla furente lotta.
Il castello è uno dei più belli della Toscana e d’Italia, ottimamente conservato per il fatto di essere sempre stato sede dell’amministrazione locale: ci sono splendide sale con soffitti decorati e meravigliosi affreschi, scalinate principesche e balconi a cui manca solo una dama o un cavaliere che vi si affacci. Ci sono anche le segrete e vi si racconta la storia di un detenuto che, grazie a un pizzico di furbizia e alle guardie corrotte, riuscì a fuggire.

Parco Zoo della fauna europea di Poppi
Se siete abituati allo zoo di Londra rimarrete delusi. La principale caratteristica che noterete è che tutti gli animali (ad eccezione dei rapaci, ma non esiste una voliera sufficientemente grande per un’aquila, anche se nata in uno zoo) hanno a disposizione spazi ampi dove la vegetazione spontanea e selvatica garantisce privacy e tranquillità, in un ambiente molto simile a quello naturale. Qui i lupi possono essere avvistati soprattutto al tramonto ma può anche accadere che rimangano rintanati nella fitta boscaglia; gli ungulati come cervi, daini e camosci scorrazzano in larghe radure e si avvicinano se e quando vogliono; il gatto selvatico e la lince devono essere cercati con molta attenzione, non è banale individuarli nella loro porzione di bosco.
A conti fatti è un bel parco dove passeggiare, sedersi sui prati, giocare con il piccolo mulino ad acqua e osservare gli animali imparando ad allenare l’occhio a trovarli quando si mimetizzano.
Qui nascono anche molti cuccioli e l’orsa Giulietta vive tranquilla e autonoma da 40 anni benché gli orsi bruni vivano normalmente fino a 15/20 anni.
A voler ben vedere sono le strutture per gli esseri umani ad essere un po’ malandate: i giochi per bambini sono datati, i fontanelli per l’acqua potabile sono assenti etc. Attenzione, i cani e altri animali domestici non sono ammessi.

Scarica la traccia GPS

Correlati

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.