La difficile arte di scegliere un sentiero

Franco Michieli, geografo ed esploratore, da venti anni propone il suo speciale rapporto con la natura: muoversi senza mappe, bussola, gps, orologio, fidarsi solo dell’istinto di orientamento naturale, mostrare che un vero rapporto uomo-natura da nuova vita ad antiche sapienze sopite ma mai spente. Michieli è una persona schiva e ha scritto pochissimo, ci sarebbe di ché sognare.
Noi però siamo esseri urbani con ben più modeste pretese e trovandoci in un bosco con i nostri bambini desideriamo essere più possibile padroni della situazione.
Comprensibile, no?
Quindi lasciamo da parte i fuori sentiero, per quanto affascinanti, e vediamo come scegliere un sentiero.

Cosa è un sentiero
Scegliere l'itinerarioI sentieri sono percorsi più o meno evidenti sui quali è più agevole spostarsi quando si è in un ambiente naturale. Spesso i sentieri sono stati creati rimettendo in sesto antiche tracce create dalle popolazioni che fino a qualche decennio fa vivevano le foreste, come i sentieri dei carbonai, le mulattiere che attraversavano i crinali, le vie di transumanza, gli accessi agli alpeggi.
Oggi i segni sono identificati da un numero che di solito è un progressivo di una certa montagna o massiccio: il sentiero numero 1 del Falterona, segue poi il numero 2, il numero 3, e sull’altro versante, il numero 16, il 17, il 18 etc.
Lo 00 è il nome con cui si identifica il sentiero che corre lungo tutto il crinale appenninico, dal passo della Cisa giù fino all’Aspromonte. Spesso quindi i sentieri appenninici non sono altro che ramificazioni dello 00 in cui presto o tardi tornano ad innestarsi.

Come sono segnalati i sentieri
I sentieri sono segnalati con strisce o bolli di colore che in Appennino sono quasi sempre di colore bianco e rosso: il rosso infatti è ben visibile di giorno mentre il bianco riflesse la notte alla luce delle lampade.
In alternativa ai segni possono essere sostituiti da ometti, cioè dei mucchi di sassi impilati più o meno alti: gli ometti provengono da una tradizione importata dal Tibet, sono ben visibili in terreni aperti o in presenza di neve e possono essere ingranditi dall’apporto di ogni escursionista. Proprio per questo, però, è bene fare attenzione agli ometti più piccoli oppure isolati rispetto alla linea principale del sentiero, potrebbero segnare una traccia secondaria o addirittura un errore di qualche passante precedente.
All’inizio dei sentieri si incontrano spesso cartelli, di solito in legno, che riportano il numero di sentiero, le destinazioni e i tempi di percorrenza. Per sapere di più sui segni dei sentieri si veda qui la pagina dedicata.

Scala di difficoltà dei sentieri
Guide e cartine riportano spesso una scala della difficoltà dei sentieri:
T (Turisti): si tratta di sentieri molto frequentati, molto ben segnati e senza alcun passaggio pericoloso. Tenete d’occhio solo dislivelli, tempi e meteo (vedi anche “preparare una escursione con i bambini“)
E (Escursionisti): può essere più lungo o più faticoso del precedente ma di solito è comunque ottimamente segnato e ben tracciato
EE (Escursionisti Esperti): qui il ventaglio di possibilità si apre e questa categoria può arrivare a includere sentieri anche piuttosto complicati e potenzialmente pericolosi; in alcune zone delle Apuane, ad esempio, bisogna avere molto rispetto di un sentiero EE
EEA (Escursionisti Esperti Attrezzati): siamo a fondo scala e per lo più esuliamo dagli argomenti di questo blog; si tratta di sentieri complessi dove alcune parti del percorso sono attrezzate con cavi e necessitano quindi di una opportuna attrezzatura
All’altro estremo della scala esistono percorsi attrezzati per essere transitabili da passeggini, carrozzine e sedie a rotelle; non sono vialetti da parco ma veri e propri sentieri la cui accessibilità non ne sminuisce minimamente la bellezza e l’emozione dell’esperienza. Qui riporto una lista abbastanza completa per l’Emilia Romagna e per la Toscana.
Se ci si muove d’inverno bisogna tenere a mente che le condizioni sopra descritte, in presenza di neve e ghiaccio, cambiano completamente: in Apuane ci sono sentieri di tipo E che in inverno hanno contato numerose vittime.

I nemici dei sentieri…
Cattiva convivenza sui sentieri
I sentieri hanno così tanti nemici da fare della loro manutenzione una lotta senza quartiere.
I mezzi motorizzati, ad esempio quelli dei boscaioli, coprono e deviano i tracciati dei sentieri, a volte rendendoli irriconoscibili. Il caso delle Apuane poi è drammatico, un sentiero percorso l’anno scorso potrebbe essere completamente distrutto dall’espansione di una cava quest’anno.
Anche i mezzi motorizzati, diciamo così, “ludici”, come le moto da trial e i quad, devastano i sentieri scavando profonde fosse che concentrano la forza erosiva dell’acqua, approfondendosi ulteriormente; oltre, naturalmente, a essere particolarmente irritanti quando li incontriamo sul nostro cammino.
I parchi naturali, nazionali o locali che siano, di solito sono una sufficiente garanzia contro questi mostri mangia-sentieri.
Ma i sentieri sono comunque un tipo di costruzione antropica ed essendo immersa in un modo potentemente naturale sono destinati a scomparire se non mantenuti o poco frequentati. Basta molto poco per distruggere un sentieri: l’erosione di un autunno molto piovoso, una slavina invernale o una frana che hanno accatastato tronchi e massi, anche la semplice crescita della foresta che invade gli spazi liberati con tanta fatica.

…e i loro amici
Gruppo segnasentieri del CAI FIrenze
Fare e mantenere un sentiero ha un costo che in parte viene coperto da fondi riservati alla manutenzione di aree boschive e di gestione dei parchi naturali ma per lo più viene sostenuto dalla grande opera di tantissimi volontari, sopratutto del Club Alpino Italiano ma non solo, che scavano, consolidano, costruiscono muretti a secco, liberano dai rovi, collegano le vecchie carbonaie agli alpeggi abbandonati e ripristinano sentieri dimenticati da decenni o secoli. Molte sezioni CAI hanno il loro gruppo cosiddetto “segnasentieri” che percorre le montagne armato di pennello e colori; il loro lavoro è tanto prezioso quanto non retribuito nemmeno dalla riconoscenza di chi utilizza la loro opera per godere di una tranquilla escursione nella natura; pensiamoci la prossima volta che sbufferemo cercando i segni tra i faggi.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.