Una notte al Bivacco Rosario, al Monte la Nuda

Una notte al Bivacco Rosario, al Monte la Nuda

Chi frequenta le Alpi conosce bene l’esperienza di una notte trascorsa in un bivacco fisso: un’avventura che sa di altri tempi, di eroici esploratori e arditi alpinisti che si addentrano in mondi selvaggi, confidando solo in questi piccoli punti di appoggio dall’aspetto così fragile ma, in realtà, rifugi sicuri nelle condizioni più estreme.
In Appennino i bivacchi sono rari, sicuramente per la relativa vicinanza di strade e paesi ma anche perché la cultura del trek in montagna è sicuramente meno diffusa che nell’area alpina.
Il bivacco Rosario, del CAI di Fivizzano, è una di queste perle rare: è una piccola casetta in legno e pietra che riposa protetta a lato del grande vallone del Monte La Nuda, un antico circo glaciale regno del vento e di branchi di mufloni esploratori, chiuso tra le pareti della Nuda e del suo dirimpettaio, il Gendarme.

Come arrivare
Dal Passo del Cerreto, tra Lunigiana e Appennino Emiliano, si svolta verso Cerreto Laghi e dopo 900 metri si lascia l’auto a una curva, presso una costruzione attualmente in vendita, dove si parcheggia.
Da qui si inizia a camminare lasciandosi prima possibile alle spalle le baite di montagna mezze finite o in costruzione e finalmente si entra nella fitta faggeta, di quando in quando interrotta da una radura dove cresce una savana di altissime piante di lamponi. Si segue sempre il segnavia 00 che non percorre il crinale ma anzi sale dentro la valletta del torrente Rosaro; il sentiero è sempre ben segnalato ma non sempre del tutto agevole per bambini piccoli. Comunque, è sempre un sentiero scenografico; si attraversano gigantesche frane antiche con ciclopici massi sparsi intorno; si cammina su piccole torbiere coperte di lamponi che in tarda estate sono un paradiso per gli amanti dei frutti di bosco.
Lasciato sulla destra il sentiero 96 verso Sassalbo il nostro percorso si impenna decisamente e diventa un po’ più scomodo e faticoso per i bambini, ma in breve si esce dal bosco e si accede finalmente al vallone. Siamo arrivati: da qui si intravede già il tetto chiaro del bivacco che, lasciando lo 00 sulla destra, si raggiunge in pochi minuti passando tra grandi prati di mirtilli.
Il sentiero si percorre in circa 2 ore a velocità di bambino.

Il bivacco (piaceri e doveri)
Prendiamoci un po’ di tempo per ambientarci. Un bivacco è una sorta di piccolo rifugio di cui noi, per una notte, saremo i gestori. All’interno si accomodano facilmente due persone, un po’ più scomode tre persone; se due di queste sono bambini e occupano poco spazio potranno entrarci quattro persone, oppure qualcuno può stendere un materassino per terra. Per dormire comodamente sono necessari materassino e sacco a pelo.
All’interno della casetta ci sono alcuni strumenti molto utili ma da mettere in sicurezza se ci sono bambini: una accetta, un pennato, una sega da legno etc.
Ci sono alcune candelette, ma meglio portarsene un paio da casa: non sono indispensabili se si hanno delle torce elettriche ma fanno molta atmosfera.
All’interno del bivacco c’è una stufa a legna, ma d’estate il bivacco è caldo e non servirà riscaldarlo neppure di notte. Subito all’esterno invece c’è un cerchio di pietre dove accendere il fuoco e una griglia in ferro per cuocere il cibo. Sotto una delle panche c’è della legna gentilmente tagliata e ben secca, possibilmente da sostituire con legna appena tagliata per i prossimi ospiti (vedi dopo).
Un breve sentierino tra i lamponi porta alle rocce lì vicino dove c’è una sorgente perenne, ben segnalata da un triangolo rosso e bianco. Il bagno è nei boschetti intorno, basta che siano sufficientemente distanti.
Un ultimo consiglio: il bivacco è famoso e spesso occupato nei fine settimana d’estate, e non c’è modo di prenotarlo, vigendo la regola del chi prima arriva meglio alloggia. Per evitare la sorpresa di trovarlo occupato meglio approfittare di un giorno infrasettimanale, oppure scegliere una stagione intermedia, ad esempio l’autunno, durante il quale il vallone sarà sicuramente indimenticabile.

Poche regole di buona gestione di un bivacco
La vostra notte al bivacco sarà una esperienza di gestione di un rifugio e l’occasione per insegnare ai bambini la responsabilità di usare un bene di tutti.
Alcune regole di base per la gestione del rifugio:

  • la legna tagliata è costata fatica, utilizzatela con parsimonia e se possibile, babbi, armatevi di accetta, cercate un grosso ramo caduto (non tagliate alberi!) e fatelo a pezzi: userete la legna secca del bivacco ma la sostituirete con nuova legna per il prossimo ospite
  • sembra assurdo, eppure qualcuno l’ha fatto: non utilizzate il mobilio per fare il fuoco, se non trovate legna è il momento di uscire con l’accetta come ai vecchi tempi
  • il bivacco è costruito in legno: attenzione alle fiamme libere
  • lasciate il bivacco pulito e ordinato, come lo vorreste trovare voi stessi
  • e l’ultimo chiuda la porta: ricordatevi di chiudere sempre la porta del rifugio quando lo lascerete: una tempesta potrebbe distruggere l’interno in una sola notte

E per ultimo, il Monte La Nuda.
Se non siete ancora troppo stanchi potrete continuare il sentiero 00 fino alla Sella della Nuda: passato il vallone il sentiero si impenna e diventa faticoso, ma la distanza è breve e con 30 minuti di cammino (velocità adulto, questa volta) si raggiunge il crinale. La vista è bellissima: da un lato la massiccia mole del Succiso, dall’altra, in lontananza, la catena delle Apuane che si stende in tutta la sua lunghezza, dalla piana d Lucca al golfo di Lerici. Da qui in pochi minuti si raggiunge anche la cima del Monte la Nuda, da cui si osserva la forma netta della Pietra di Bismantova e la Pianura Padana in lontananza.

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