I sentieri e le cappelle di Vallombrosa

I sentieri e le cappelle di Vallombrosa

Vallombrosa è un’oasi di pace immersa tra i morbidi profili della Montagna Fiorentina.

Lunghezza Lunghezza: 4 Km 
Dislivello Dislivello: 100 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 1 ora
Difficoltà Difficoltà: facile (da 5 anni)
PosizionePosizione: Montagna Fiorentina

Era l’anno Mille e il timore della fine del mondo era già alle spalle: la Chiesa pullulava di corrotti e una carica di Vescovo o Abate era più spesso una merce di scambio che una responsabilità. Come spesso accade, è proprio nei momenti più ingloriosi della storia che il coraggio del rinnovamento prende vita, spesso nascendo dal basso ed esplodendo come una rivoluzione. In un medioevo saturo di violenza il cavaliere Giovanni Gualberto trova l’omicida di suo fratello, è sul punto di ammazzarlo ma ferma la sua mano e lo lascia vivere; entra nel convento di San Miniato, a Firenze, ma trova un covo di corrotti e malvagi. E allora fugge verso una vita pura, tra i boschi sulle montagne non lontane, dorme nelle grotte, si nutre di radici, e presto viene raggiunto da numerosi compagni altrettanto stanchi di quel mondo senza onore.
La comunità si ingrandisce, fonda un primo monastero, poi ne fonda altri, impara a coltivare la foresta e i suoi mille prodotti.
Vallombrosa è raggiungibile in meno di un’ora di auto da Firenze e da almeno due secoli è la più classica fuga estiva dalle roventi valli dell’entroterra toscano.

I sentieri
L’Abbazia di Vallombrosa è circondata di sentieri di ogni lunghezza e impegno che si addentrano nelle fresche abetine coltivate dai monaci da secoli.
Il sentiero più facile e più classico è il Circuito delle Cappelle. Come dice il nome, il percorso tocca le cappelle seicentesche che segnano i luoghi di eremitaggio di San Giovanni Gualberto e dei suoi compagni; si cammina su facili sentieri o su strade sterrate di montagna, in ogni momento è possibile tornare rapidamente alll’Abbazia per cui il percorso può essere facilmente adattato alle possibilità anche dei bambini più piccoli.
Dall’ingresso dell’Abbazia si cammina verso Nord costeggiando la vasca dove i monaci allevano le trote. Qui si può decidere subito di fare una breve digressione andando a vedere il Masso del Diavolo: vi si racconta la triste storia di un monaco tentato dal Maligno e poi convinto dallo stesso a gettarsi dalla rupe.
Si torna indietro e si inizia a salire costeggiando il muro settentrionale dell’Abbazia, lungo una antica strada lastricata: un cartello ci informa che questa è una delle vie di transito verso il Casentino, volute dall’illuminato Granduca Pietro Leopoldo. Il sentiero diventa quasi subito una ripida scala, non a caso detta Scala Santa, in quanto percorsa dai penitenti; si incrociano di quando in quando alcune belle cappelline immerse nella foresta, tra cui la più bella è forse quella del Beato Migliore, chiusa tra ripide rocce: cercate sulla viva pietra i misterioso viso scolpito da qualche mano del passato.
Il percorso in salita arriva su uno sperone roccioso che domina meravigliosamente l’Abbazia e tutta la valle; non a caso il luogo è detto il Paradisino.

Da qui si prosegue per breve tratto su strada asfaltata per poi svoltare, nei pressi del Faggio Santo, a destra su un sentiero che riporta a Vallombrosa. Per i bambini più piccoli questo è già un giro meraviglioso e rilassante, nel fresco della foresta.
Per i più grandi e voglisi di sgranchirsi, il sentiero prosegue per poi iniziare a salire decisamente, addentrandosi nella foresta di abete bianco.
Di quando in quando alcuni cartelli segnano il numero di riferimento dell’audioguida, che volendo può essere presa all’inizio del giro, al centro visita del Parco sul lato meridionale dell’Abbazia.
Il sentiero prosegue poi in piano fino a un bivio: a sinistra si continua per raggiungere il crinale, ma noi svolteremo a destra seguendo ancora le indicazioni del Circuito delle Cappelle tornando velocemente alla strada asfaltata e da qui a Vallombrosa.

Storie di alberi
La Giant Tree Foundation è una fondazione internazionale che gira il mondo alla ricerca degli alberi più alti, più grandi e più vecchi in ogni paese e continente.
Nel 2016 la Giant Trees Foundation ha individuato l’albero più alto d’Italia: è una Douglasia, una conifera simile all’abete originaria dell’America e abbastanza caratteristica per il suo buon profumo di agrume. Il re degli alberi raggiunge la considerevole altezza di 62,47 metri (praticamente un grattacielo di 20 piani!) e cresce (nel vero senso della parola, 4 cm all’anno) nelle foreste di Vallombrosa. La regina degli alberi, cioè il secondo albero più alto, è un suo vicino, alto oltre 59 metri.

Alberi enormi e alberi intelligenti. Come il Faggio Santo, che si trova lungo il percorso: si racconta che Giovanni Gualberto fosse arrivato qui in Marzo, quando ancora la montagna è tutta spoglia dell’inverno. Piove e il futuro Santo si ripara invano sotto un albero ma ecco che questo, prodigioso, fa spuntare le foglie in anticipo e lo protegge. L’attuale faggio, vecchio di appena 150 anni, si dice sia nato da un ributto dell’antico albero, e che anche oggi sia il primo a mettere le foglie, e l’ultimo a perderle.

Il Circuito delle Cappelle

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