Halloween al rifugio autogestito Capanne di Badignana (Parco dei Cento Laghi)

Halloween al rifugio autogestito Capanne di Badignana (Parco dei Cento Laghi)

La festa della notte di Ognissanti, anche conosciuta come Halloween, è sin dall’origine una celebrazione della luce, uno sberleffo in faccia a quell’oscurità che avanzando annunciava l’inverno.

Lunghezza Lunghezza: 2 Km 
Dislivello Dislivelllo: 220 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 1 ora
Difficoltà Difficoltà: accessibile (da 0 anni)
PosizionePosizione: Appennino Parmense

Nelle nostre città (ma le campagne ormai non sono poi così diverse) non possiamo più cogliere il dominio del buio sulla luce quando le strade sono illuminate a giorno e un click all’interruttore può spazzar via ogni ombra da una stanza.
Ho pensato che questa notte di Ognissanti dovesse vivere e respirare di natura che si addormenta, di tenebre che vincono la luce, e di fuochi e fiaccole e lanterne che illuminano una notte oscura nella foresta, come doveva essere nelle nostre campagne fino a un secolo fa.
Dopo essermi accertato che il progetto fosse accolto con entusiasmo dalle bambine (perché Halloween è prima di tutto la loro festa, forse l’unica festa ancora tutta loro) abbiamo scelto il rifugio autogestito di Capanne di Badignana, nel parco dei Cento Laghi (PR) in Appennino Tosco Emiliano, non lontano da un altro rifugio autogestito che visitammo questa estate.

Halloween al rifugio
Capanne di Badignana è una struttura che è stata adibita al pascolo d’alta quota fino al 1997. È un edificio lungo, per la maggior parte occupato da una grande stalla oggi sporadicamente utilizzata per i cavalli. Il rifugio occupa solo una piccola parte dell’altro lato, quello che dà verso il bosco di faggi e le vette.
La giornata è tiepida (in maniera inconsueta per il periodo) ma boschi e praterie sono già tutti addormentati nel sonno che prepara l’inverno, i faggi secolari spingono i loro rami nudi e scuri verso il cielo, i pascoli si arrossano dei cespugli di mirtillo in veste autunnale. Le torbiere e i torrenti, insolitamente pieni d’acqua in questa stagione terribilmente siccitosa, e le gobbe rocciose lisciate da antichi ghiacciai che sono così tipiche di questa parte di Appennino, danno all’ambiente un aspetto di brughiera irlandese o scozzese.
Dunque, l’ambiente è perfetto.

All’imbrunire la classica zucca inizia a brillare sul tavolo esterno facendo compagnia al fuoco acceso nell’area predisposta, pronto per cuocere salsicce e abbrustolire castagne.
Questa volta nessuno si veste da mostri: in questo luogo magico nascono fauni e ninfe, spiritelli del bosco e delle acque.
I tempi della serata sono quelli antichi dell’Autunno, la cena poco dopo il tramonto, il sonno che inizia ad arrivare a un tempo irragionevole per i ritmi cittadini, il silenzio che cala sotto una copertura magnifica di stelle, solo il fruscio tra i rami nudi dei faggi e il borbottio della vicina fonte d’acqua a interrompere la quiete, e solo gli occhi rossastri della zucca a tagliare l’oscurità.

Il rifugio Capanne di Badignana
Capanne di Badignana si trova ai piedi del Monte Brusà, in Appennino Tosco-Emiliano, e si raggiunge con un breve tratto di facile mulattiera (40 minuti circa, 200 metri di dislivello) partendo dalla strada sterrata che collega Cancellino presso Lagdei al rifugio del Lagoni, appena 500 mt prima di arrivare ai Lagoni.
C’è anche un breve sentiero (10 minuti) che dai Lagoni conduce direttamente all’inizio della mulattiera). Il rifugio deve essere prenotato con una procedura estremamente semplice dal sito internet del Parco (http://www.bivaccobadignana.it/): si seleziona il giorno e si paga online 20 euro per giorno e per l’intera struttura. Il sistema rilascia un codice che viene fornito via email e che deve essere conservato. Una volta la rifugio si digita il codice su una tastiera all’esterno dell’edificio, si preme OK e la porta di ferro del rifugio si apre.
Ci sono 4 posti letto con materasso (serve il sacco a pelo), in più viene fornita legna già tagliata e acqua corrente (non potabile, la fonte è all’esterno). All’interno ci sono lavandini, un bagno e una stufa a legna. Inoltre è disponibile l’illuminazione elettrica, da risparmiare soprattutto in Inverno essendo generata con pannelli fotovoltaici. All’esterno c’è una fonte, un tavolo, una area per il fuoco. Il resto dell’edificio è aperto e può fungere da ricovero d’emergenza.

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