Si può fare campeggio libero?

Molte gite di questa raccolta terminano o iniziano con un bivacco in tenda.
Inutile negarlo, il campeggio libero è un’esperienza incredibilmente vicina alla natura: si è soli, sospesi tra terra e cielo, le montagne di notte sembrano quasi prendere vita come muti giganti bonari, il cielo diventa un torrente di stelle che scorre e spruzza astri da un angolo all’altro della volta celeste.
Se c’è la possibilità di accendere un fuoco tanto meglio: il crepitio delle fiamme e il rosso profondo della brace richiamano antichi istinti di intimità e amicizia e sembra quasi che millenni di fuochi all’aperto riemergano nella nostra memoria.

Altrettanto inutile negarci che la bellezza del bivacco sta nella sua esclusività: se tutti coloro che pernottano in montagna lo facessero con un campeggio libero l’esperienza del bivacco assomiglierebbe più a un camping, specialmente in un territorio sovraffollato come l’Italia.
Non c’è nessuna conclusione a queste due considerazioni: il campeggio libero è bello, stop; per fortuna non tutti lo sanno, stop.

Campeggio libero: si può fare o no?

Una volta nel chiuso della tenda sorge però sempre la stessa domanda: il campeggio libero è regolare o no?
A livello nazionale la risposta è italianissima: NI.
Ogni regione ha la sua regolamentazione, prevedendo o non prevedendo il campeggio libero.
Per la normativa nelle varie Regioni d’Italia rimando a pagine che hanno trattato meglio questo argomento; per quanto mi riguarda mi preme evidenziare la situazione nelle due Regioni interessanti per questo blog:

in Toscana non esiste alcuna regolamentazione a livello regionale quindi, teoricamente, il campeggio libero è sempre consentito salvo specifico divieto comunale (per capirsi, i classici cartelli con la tenda barrata in rosso); tuttavia all’interno dei parchi vigono gli specifici regolamenti che per lo più vietano il campeggio libero, quindi ad esempio occhio a montare la tenda nelle Foreste Casentinesi (consentito solo nelle vicinanze di rifugi e bivacchi e senza accensione di fuochi, in caso di mancato rispetto le sanzioni previste superano i 1000 euro), in Apuane (consentito il bivacco lungo i sentieri ma non il campeggio stabile, proibito accendere fuochi), nel Parco della Maremma (sono severamente vietati sia il campeggio anche temporaneo che l’accensione di fuochi, art. 35 del regolamento) etc. Quindi, a conti fatti, la regolamentazione c’è eccome, a meno che non vogliate attendarvi nel mezzo a qualche anonima campagna.
in Emilia Romagna, viceversa, il campeggio libero è sempre vietato ad esclusione di specifiche situazioni in cui i Comuni possono rilasciare un permesso temporaneo (si veda ad esempio il modulo di richiesta del comune di Monchio delle Corti, nel Parco dei Cento Laghi); attenzione ad accendere fuochi in estate, ad esempio le sanzioni previste dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano possono superare i 2000 euro.

Personalmente, lo ammetto, non mi sono mai fatto grandissimi problemi a bivaccare in tenda nel nostro Appennino, sempre rispettando alcune semplici quanto fondamentali regole.

Quando e come bivaccare
il bivacco (cioè montare la tenda la sera e smontarla al mattino presto, quindi solo per il pernotto) è spesso tollerato, il campeggio fisso (fosse anche per poche ore) non lo è mai
evitate zone sovraffollate: bivaccare ad Agosto sul Monte Gomito o al Lago Santo non è una buona idea; bivaccare in riva al mare in piena estate lo è anche meno

Quando accendere fuochi
valutate con obiettività se sia il caso di accendere un fuoco: c’è un’area più o meno attrezzata? c’è pericolo di propagazione, ad esempio per erba secca o alberi vicini? se siete i primi ad accendere un fuoco in quell’area, è meglio lasciar stare; se siete nel pieno di un’estate arida e c’è pericolo di incendi, non credo vorrete essere voi i prossimi ad essere accusati di piromania; e dimenticatevi di tagliare rami se non c’è legna secca a terra, perché danneggiare le piante è (giustamente) severamente sanzionato; infine, stiamo parlando di un piccolo fuoco, non di una pira sacrificale
In piena estate accendere fuochi è proibito, specialmente in periodi di siccità: tenetene conto.
In ogni caso preparate con cura l’area da fuoco: a meno che non stiate usando un fornellino a legna, o un’area da barbecue attrezzata, l’area da fuoco deve essere opportunamente libera da erba, lontana da potenziali punti di propagazione come erba alta o alberi, e ben delimitata da pietre.

Dove bivaccare
Se siete lungo sentieri battuti smontate molto presto: anche agli escursionisti fa piacere godersi lo spettacolo della natura incontaminata senza i colori della vostra tenda di mezzo
Se siete ben attrezzati di materassino e sacco a pelo potreste decidere di bivaccare senza tenda, e provare la magica esperienza di svegliarvi nel cuore della notte sotto un tappeto di stelle: è la forma meno impattante e più tollerata di bivacco, oltre che essere un’esperienza indimenticabile
lasciare pulito è sempre una buona pratica ma lasciare pulito il luogo di un bivacco è un dovere morale e civile
Infine, la regola aurea: fare tutto quello che serve per fare in modo che, una volta smontato il bivacco, non sia possibile riconoscere dove si è trascorso la notte

Infine, c’è sempre l’opzione più bella: la soluzione pace con l’universo: materassino steso sull’erba, sacco a pelo steso sul materassino, repellente antizanzare in faccia, e poi solo la terra come letto e il cielo stellato come soffitto. Una esperienza obbligatoria da provare almeno una volta l’anno.

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