Tra le douglasie di Vallombrosa, gli alberi più alti d’Italia

Tra le douglasie di Vallombrosa, gli alberi più alti d’Italia

Gli alberi più alti d’Italia sono come alcuni dei ragazzi di oggi, che crescono raggiungendo e superando i loro genitori già quando sono ancora degli adolescenti. Non sono certo alberi millenari, anzi hanno compiuto “appena” 113 anni, proprio dei ragazzi di fronte ai 4000 anni agli olivastri della Gallura.

Lunghezza Lunghezza: 4 Km 
Dislivello Dislivelllo: 200 mt
Tempo di percorrenzaTempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà Difficoltà: facile (da 5 anni)
PosizionePosizione: Montagna Fiorentina

Eppure proprio come ragazzi giovani e forti, spiccando il volo all’incredibile velocità di oltre 60 centimetri all’anno, sono diventati i due alberi più alti d’Italia, svettando ad un’altezza pari a un palazzo di ventidue piani.
Sono stranieri, i due ragazzi arborei, perché provengono dalle foreste pluviali boreali della costa pacifica del Nord America, dall’Oregon e dallo stato di Washington fino al Canada, ai piedi delle Rocky Mountains. Vennero utilizzati nell’Ottocento e Novecento per i rimboschimenti trovando un terreno e un ambiente così adatto al loro sviluppo da crescere come e più che nelle loro foreste di origine.
Il loro segreto? Gli alberi di questa specie, l’Abete di Douglas, chiamato anche douglasia costiera (Pseudotsuga menziesii), hanno i rami fragili, che si spezzano facilmente sotto il peso della neve; ciò porta l’albero a svettare sicuro e libero dall’impaccio di una grande chioma e dal rischio che un vento troppo forte lo possa spezzare.

In Secchieta, nella propaggine settentrionale del massiccio del Pratomagno, non lontano da Firenze e soprattutto molto vicino al monastero di Vallombrosa, due douglasie hanno raggiunto dunque i 63 metri di altezza in appena cento anni e c’è da giurarci che stiano crescendo ancora; infatti la douglasia più alta del mondo si trova nello stato di Washington ed è alta 100 metri, ma una douglasia vive mediamente 500 anni e le nostre giovani douglasie hanno dunque tutto il tempo per raggiungere queste incredibili altezze.
Qui, entro pochi metri, troviamo insieme i due alberi più alti d’Italia, che qualcuno ha voluto chiamare il Re e la Regina.

Il sentiero
Il sentiero è breve e molto semplice, non più di un’ora e mezza di cammino, adatto anche a bambini piccoli, seguendo sempre una larga e comoda strada forestale senza grandi salite ne’ ripide discese.
Il percorso inizia lungo la strada che collega Vallombrosa al passo della Consuma, presso i ruderi di un grande hotel di lusso costruito ai primi del Novecento, più o meno quando vennero piantate le douglasie: di fronte ad esso una grande fonte scavata nello stile di quel periodo butta ancora acqua buonissima e ci ricorda vagamente i fasti di un’epoca in qui questi luoghi erano meta di vacanze per i ricchi fiorentini che giungevano fino al vecchio paese di Saltino, in treno fino al Valdarno e da qui con un incredibile trenino a cremagliera che scalava gli 800 metri di dislivello dal fondovalle alle fresche foreste di montagna, trasportando eleganti signore e gentiluomini orgogliosi dei loro grandi baffi.

Il sentiero è decisamente ben visibile, ma in ogni caso un cartello con disegnato un abete bianco stilizzato ci ricorda che siamo sempre sul tracciato giusto. Si tratta di un percorso ad anello, come detto molto leggero e adatto a tutte le età, che si addentra all’interno di una porzione della Foresta di Vallombrosa, tra aceri, faggi e, naturalmente, douglasie. Il punto più alto di questo anello è proprio in prossimità dei “giganti”, ben segnalati dai cartelli, dopo di che si scende verso il Metato (un rifugio non gestito utilizzato dagli scout) e poi di nuovo la strada asfaltata, di cui si percorre un breve tratto per tornare all’auto.
Occhi aperti mentre sarete nel bosco: qui intorno girano grandi gruppi di bellissimi daini, e se non abbiamo avuto le allucinazioni uno di loro è bianco, una femmina di daino albina così candida da sembrare un piccolo fantasma.
La traccia GPS e le informazioni le ho reperite dal sito dell’Ecomuseo della Montagna Fiorentina.

Scarica la traccia GPS

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